I nostri consigli

Scopriamo la differenza tra analgesici e antipiretici
25 settembre 2022

Scopriamo la differenza tra analgesici e antipiretici

L’utilizzo dei farmaci per alleviare il dolore è in continuo aumento, e tra quelli più utilizzati emergono i Fans  (farmaci antinfiammatori non steroidei) il paracetamolo e l’ibuprofene.

Paracetamolo e Ibuprofene sono tra i farmaci obbligatori da avere nello scaffale di casa, a disposizione per il loro apporto immediato dinanzi al dolore lieve-moderato e a stati febbrili. Sono talmente diffusi che tendiamo però a confonderli, mentre hanno indicazioni e controindicazioni piuttosto diverse. Andiamo, quindi, a scoprire insieme la differenza tra analgesici e antipiretici.

Mentre gli analgesici (di cui il paracetamolo è il più noto) alleviano il dolore e abbassano la febbre, gli antipiretici (ibuprofene) hanno anche un effetto antinfiammatorio. Di entrambi i farmaci è bene non abusare, ma assumerli sono quando è davvero necessario. Altra differenza è che mentre il paracetamolo può essere usato, a bassi dosaggi, anche in gravidanza (previo parere dello specialista o del proprio medico di base che valuterà il singolo caso e l’eventuale presenza di allergie), l’ibuprofene è sconsigliato alle donne incinte a causa della sua potenziale capacità di inibire la sintesi delle prostaglandine nel neonato.

Quando assumere un analgesico e quando un antistaminico?

Se si è in presenza di febbre, dolori di intensità da lieve a moderata come il mal di denti, mal di ossa, dolore post-chirurgico e mal di testa da cefalea, ma anche dolore muscolo-scheletrico associato a processi infettivi acuti, l’analgesico è il più più raccomandato. Nei casi di artrite, artrosi e spondilite anchilosante (artrite della colonna vertebrale), l’infiammazione non reumatica e dolori mestruali meglio un antipiretico come l’ibuprofene che, come il paracetamolo, non è raccomandato nei pazienti con problemi gastrici, insufficienza renale o epatica. L’ibuprofene è da evitare anche se si assumevano farmaci antipertensivi o anticoagulanti, a causa dell’alto rischio di interazione.